Il Lacryma Christi è il vino prodotto con le uve auctone del Vesuvio, conosciuto già ai tempi degli antichi Romani. Le prime testimonianze della coltivazione dell'uva sul Vesuvio risalgono, infatti, al V secolo a.C.
I vitigni che si arrampicano sulle falde del Vesuvio discendono direttamente dagli Aminei della Tessaglia, portati qui dai Greci che nel V secolo a.C. arrivarono in queste terre.
Le radici affondano nel terreno lavico, scuro e poroso. Questo terreno non necessita di essere innaffiato in quanto trattiene l'umidità per poi rilasciarla.
Caprettone per il Lacryma Christi Bianco.
Piedirosso (Per e Palumm) per il Lacryma Christi Rosato e Rosso.
Il nome Lacryma Christi affonda le sue radici in leggende antiche. La più diffusa è quella che vuole che Lucifero, nella sua discesa agli inferi, abbia portato via con sè un pezzo di Paradiso. Gesù, riconoscendo nel Golfo di Napoli il Paradiso rubato, pianse lacrime copiose e dalle sue lacrime nacquero i vigneti del Lacryma Christi.
Secondo le testimonianze storiche la tradizione enologica del Vesuvio ha origine secoli prima di Cristo. Secondo Aristotele, infatti, i Tessali, antico popolo della Magna Grecia, impiantarono le prime viti sul Vesuviano nel V secolo a.C.
Cinque secoli più avanti Marziale scrisse: "Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa".
Dopo l'avvento del Cristianesimo i monaci che qui vivevano nella "torre" continuarono la coltivazione del vino "greco": il vino che grazie all'opera di contadini ha dato il nome alla città di Torre del Greco.
“Tre soldi nella fontana” (film). Nel 1954 il Lacryma Christi era un vino italiano conosciuto in tutto il mondo.